Come pensiamo influisce sul modo in cui investiamo
COSA CI MUOVE: LE DUE MODALITÀ DELLA MENTE
Quando prendiamo decisioni importanti, prevale l'intuito o la capacità di analisi? Saperlo è importante, perché conoscere i meccanismi che presiedono alle nostre decisioni ci aiuta a compiere scelte migliori. Daniel Kahneman ha fornito un prezioso contributo di conoscenza in questo ambito. Nel suo libro Pensieri lenti e veloci, Kahneman sostiene che le decisioni che prendiamo non sono del tutto basate sulla razionalità e su meccanismi consci. Kahneman afferma che vi sono due modalità con cui opera la nostra mente: il «Sistema 1», che è istantaneo, istintivo e attinge alle conoscenze pregresse e il «Sistema 2» più lento, basato sulla logica e su scelte consce. Il punto è che anche quando pensiamo di prendere una decisione sulla base di considerazioni razionali, il Sistema 1, con il suo bagaglio di conoscenze, di scorciatoie e di intuizione spesso interviene nelle nostre scelte.
IL SISTEMA 1: LA MENTE INTUITIVA
Ti è mai capitato di inserire il pilota automatico e di non ricordare nulla del tragitto? Probabilmente i è successo in percorsi abituali, come in auto da casa al lavoro o andando a fare la spesa al solito supermercato. Compiere quei percorsi è un'abitudine acquisita, non richiede alcun pensiero strategico, ed è il Sistema 1, che tra l'altro è sede dei ricordi radicati, a entrare in gioco e a farsene integralmente carico. Kahneman classifica il Sistema 1 come «pensiero veloce» e a buona ragione. Il Sistema 1 coinvolge meccanismi automatici e istintivi e non richiede pressoché alcuno sforzo della mente, è quello che impieghiamo per calcoli semplici come 2+2 oppure per completare un'espressione comune lasciata in sospeso, come ad esempio «di bene in...» con «meglio». È potente e intuitivo, ma anche emotivo, impaziente e impulsivo.
Il Sistema 1 è incredibilmente influente, interviene in quasi tutte le nostre decisioni e ci affidiamo ad esso molto di più di quanto ci rendiamo conto. È il sistema che usiamo maggiormente, è efficiente e generalmente prende decisioni prima che ce ne accorgiamo. Il lato negativo del Sistema 1 è che non presta attenzione a ciò che ignora. È il sistema mentale che, per così dire, salta a conclusioni affrettate, e in quanto tale, è suscettibile a bias e a errori sistematici. Se lasciamo che sia il Sistema 1 a prendere decisioni che spetterebbero al Sistema 2 più lento e logico, sorgono guai.
IL SISTEMA 2: LA MENTE ANALITICA
Al contrario del Sistema 1 in cui il pensiero è veloce, nel Sistema 2 il pensiero è lento e razionale, metodico e prudente. Il sistema 2 entra in azione quando è necessaria un'elaborazione più complessa da parte del cervello. Riprendendo l'esempio precedente: se il Sistema 1 è quello che fa arrivare al lavoro col pilota automatico, il Sistema 2 è quello che consente di effettuare le manovre e parcheggiare l'auto in uno spazio ristretto. Il Sistema 2 richiede di fermarci e di concentrarci. Il lato negativo del Sistema 2 è che è lento e richiede uno sforzo di concentrazione. Ed è per questo che cercare di risolvere più problemi complessi contemporaneamente è arduo, quando non del tutto impossibile.
Facciamo un esempio: se camminiamo con passo tranquillo (attività del Sistema 1), riusciamo probabilmente a calcolare quanto fa 17x24 (attività del Sistema 2), se però aumentiamo l'andatura con una corsa leggera, è più difficile riuscire contemporaneamente a fare la moltiplicazione. La corsa leggera richiede infatti maggiore attenzione e dunque coinvolge il Sistema 2, che non può più essere interamente concentrato sul calcolo matematico. Inoltre, quanto più è impegnato tante più energie consuma, per risparmiare energie il Sistema 2 cerca di fare il meno possibile.
COME COLLABORANO I DUE SISTEMI
Verrebbe da pensare che il Sistema 2 sia quello dominante, ma in realtà a farla da padrone è il Sistema 1, che è al comando per circa il 95% del tempo. Tuttavia, poiché si attiva immediatamente, il Sistema 1 inevitabilmente incappa in problemi e a quel punto interviene il Sistema 2 a dargli manforte. Il Sistema 2 è concepito per monitorare i pensieri e le azioni promosse dal Sistema 1 e può anche controllarli incoraggiando, sopprimendo o modificando i comportamenti. In circostanze normali, il Sistema 2 può prendere il sopravvento sul Sistema 1, ma se il Sistema 1 è altamente emotivo o il Sistema 2 è affaticato o preoccupato, non riesce a tenere sotto controllo il Sistema 1.
IL SISTEMA 1 E IL SISTEMA 2 NELLE DECISIONI DI INVESTIMENTO
Il sistema 1 è efficiente nello svolgimento di compiti semplici e ripetitivi e nella riproduzione di schemi, ma non eccelle nell'elaborazione di informazioni nuove o complesse. È nei suoi meccanismi dunque che tendono ad annidarsi i bias ossia quegli errori che non portano mai a decisioni di investimento avvedute. Purtroppo però tendiamo inconsciamente ad affidarci all'intuizione e ai meccanismi del Sistema 1 quando prendiamo decisioni di investimento, mentre dovremmo invece rallentare e concentrarci con sforzo consapevole utilizzando le doti analitiche del Sistema 2. Quando stai per prendere una decisione d'investimento dunque ricordati sempre che il primo impulso non è necessariamente quello giusto. Di seguito presentiamo due bias comuni che possono mandare fuori rotta gli obiettivi d'investimento di lungo termine degli investitori.
L'ECCESSO DI FIDUCIA SI PAGA A CARO PREZZO
Gli investitori spesso analizzano gli andamenti dei cicli di mercato passati nell'errata convinzione di poter prevedere su quella base le evoluzioni future. Ma la nostra conoscenza del passato è a dir poco imperfetta, inoltre la nostra mente non tiene completamente conto del ruolo della casualità e dunque inferire che l'evento futuro sarà simile a quello passato è decisamente un errore. La tendenza ad esagerare le nostre capacità predittive sul futuro, che alimenta un eccesso di fiducia è uno dei bias più prevalenti quando si tratta di decisioni di investimento e le cui conseguenze possono essere rovinose.
L'eccesso di fiducia porta gli investitori a sottovalutare i rischi e a credere di essere più abili degli altri nel selezionare i titoli o le strategie migliori e i punti di ingresso e di uscita più azzeccati, un atteggiamento che può portare a effettuare investimenti errati, a operare vendite e acquisti con eccessiva frequenza e a una tempistica imperfetta ottenendo di conseguenza minori rendimenti e mandando fuori rotta i propri obiettivi di investimento a lungo termine.
IL SOVRACCARICO EMOTIVO PUÒ GIOCARE BRUTTI SCHERZI
La volatilità dei mercati unita al profluvio di notizie 24 ore su 24, 7 giorni su 7, può far saltare i nervi agli investitori più provetti, ma lasciarsi dominare dai meccanismi emotivi del Sistema 1 nel prendere decisioni di investimento può portare a risultati disastrosi. Seguire ogni più piccola oscillazione giornaliera dei mercati può rivelarsi sfibrante, ad esempio perché il dolore di piccole perdite frequenti supera il piacere di piccoli guadagni altrettanto frequenti. Prestare meno attenzione ai risultati di breve periodo, concentrandosi invece sugli obiettivi a lungo termine può migliorare la qualità complessiva delle decisioni e dei risultati di investimento.
SCIENZE COMPORTAMENTALI IN AZIONE
PIMCO sa da tempo che le conoscenze offerte dalle scienze comportamentali ci rendono investitori migliori. Per questo collabora con il Center for Decision Research della Booth School of Business dell'Università di Chicago che esprime alcune delle idee più brillanti in questo ambito. Si tratta di una partnership attraverso cui PIMCO sostiene diverse autorevoli ricerche accademiche che forniscono preziosi contributi di conoscenza sui meccanismi che presiedono ai comportamenti e alle decisioni umane.
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